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Seguire per un intero anno le attività e la vita delle classi di un istituto di pena, e leggere l'esecuzione penale con una attenzione pedagogica: questo l'intento del lavoro che ha dato origine a questa pubblicazione. Si sono ascoltate le storie di vita di uomini e donne detenuti, i loro pensieri, le riflessioni raccolte nella scuola del carcere di Bergamo. Si sono osservate le pratiche di insegnamento, si è discusso e si è ricercato con gli insegnanti. Si è lavorato anche insieme alle altre figure professionali presenti in carcere. Quanto emerso, letto alla luce di una pedagogia fenomenologicamente orientata, tratteggia i caratteri di "una esperienza di soglia", nella quale l'esperienza educativa accoglie la condizione umana provata, chiamata alla verità dall'ombra, dalla colpa e dalla pena. E l'attività formativa cerca di sostenere il riscatto e la riparazione, di dare senso alla sofferenza e di aprire alla riconciliazione. La scuola può cambiare il carcere, l'esperienza di detenzione; certo ne forza le logiche e le pratiche, ne riapre il tempo. Il carcere cambia la scuola: la scuola si scopre centrata sugli studenti e sulle loro storie; si pone come luogo per la riflessione e la cura delle intenzionalità; aiuta la costruzione di responsabilità e di apprendimenti. La scuola in carcere a vol-te ridisegna l'educazione e il rendere giustizia, avvia esigenti movimenti di incontro, fa ripensare alle vittime, pulisce il futuro. Il volume contiene un contributo di Lara Granelli, Luigi Mucelli, Sabrina Pauzzi.